Sunday, June 20, 2010

A-Team

Messi insieme con sapienza dal colonnello Hannibal Smith sono la squadra pi� affidabile ed efficiente dell’esercito americano a cui vengono affidate le missioni che paiono irrisolvibili. Un tradimento inaspettato per� li trasforma in fuorilegge, costringendoli ad un’evasione e a lottare per dimostrare la propria innocenza in una giungla in cui � impossibile distinguere gli amici dai nemici. Non � una storia dell’A-Team ma la storia di come l’A-Team sia diventato quello che conosciamo.
Fare dell’ominima serie TV un film poteva essere un’impresa anche pi� improbabile delle omologhe compiute su Starsky & Hutch o Charlie’s Angels, invece Joe Carnahan, applicando il suo registro vorticoso e ipertrofico, azzecca il taglio giusto e confeziona un film indirizzato ad un target tredicenne ma diretto con un’abilit� tale da conquistare anche l’adulto pronto a regredire. Infantile ma con stile.
Ibridando con molta forza il cinema d’azione cartoonesco con la commedia americana, grazie a pesanti iniezioni di ironia e umorismo da one-line, A-Team riesce ad essere sufficientemente basso da andare a pizzicare gli istinti pi� gretti e contemporaneamente sufficientemente magistrale da vincere la ritrosia e i pregiudizi verso questo tipo di prodotti di un pubblico pi� smaliziato.
I personaggi cardine della serie sono pi� o meno come li si ricorda, tranne Sberla il quale, probabilmente in virt� della potenza mediatica in continua ascesa dell’attore che lo interpreta (Bradley Cooper), viene piegato per diventare il vero protagonista. Bello e sofisticato come nella serie ma anche uomo d’azione ironico e potente come James Bond, Sberla � l’unico personaggio minimamente approfondito, che sviluppa una storia d’amore e che nutre obiettivi personali al di l� di quelli del collettivo. In questo singolo, grosso mutamento sta tutto lo scarto tra un prodotto seriale e uno per il cinema e anche l’abilit� del team creativo, modificare un elemento per tenerne costanti altri. Non mancano infatti le sequenze di preparazione del piano, come anche quelle a bordo di diversi mezzi di trasporto, la tradizionale ritrosia di PE (o B.A. a seconda della lingua) Baracus per il volo e il rapporto burrascoso con Murdock (qui pi� divertente che nella serie).
Al di l� per� delle ottime strategie di marketing � possibile cominciare ad intravedere un’idea dietro i diversi adattamenti filmici delle serie televisive anni ‘70 e ‘80, ovvero un taglio fortemente ironico, in linea con lo sguardo che lo spettatore di oggi pu� avere nei loro confronti. Lungi dal cercare di aggiornare certe dinamiche o di rendere pi� serie di quanto non lo fossero le pretese di azione e intrattenimento, il remake di serie TV ad Hollywood � fatto (e con successo!) puntando sul divertimento quanto pi� epidermico possibile, in questo di fatto ricalcando il vero spirito di quei prodotti e configurandosi come la forma di remake pi� interessante nella giungla che popola la produzione recente.
Desta infine grande stupore come un film volutamente disimpegnato come A-Team voglia prendere una posizione politica di granito. Il cattivo qui � indubbiamente la CIA e non uno dei suoi membri bens� l’istituzione tutta. Gli uomini della CIA ricordano i russi degli anni ‘80 per come sono ritratti: tutti uguali, poco intelligenti, poco leali, poco furbi, viscidi, sadici, egoisti e dotati dei principali difetti umani. Gi� Green zone, con pi� cognizione di causa e pi� motivazioni, lanciava un attacco forte ma ora che anche un film mainstream dal grande incasso non disdegni di lanciare strali fa intravedere come Hollywood sembri aver scelto da che parte stare.

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